Siamo qui, di fronte alla distesa del Kalahari, e l’alba ha da poco lasciato il passo alla luce del nuovo giorno, raggi radenti che illuminano questa distesa, apparentemente infinita, interrotta solo dal lieve fruscio del vento. Mentre assaporiamo questi momenti, ormai perduti e quasi primitivi, di legame con la natura primordiale, un movimento appena percettibile, in un angolo dello spazio visivo. Eccone un altro, meno furtivo. Dalle loro tane sbucano una ad una le sagome dei suricati, si alzano sulle loro zampette posteriori e scrutano l’orizzonte mentre si riscaldano ai primi raggi di sole.
Per poter vivere un’esperienza come questa bisogna venire qui, in Botswana, in quella che Wilbur Smith definisce “La zona più bella del continente”.
Qui si scopre una natura primordiale, una pecia di Arca di Noè con leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti, ippopotami, antilopi, zebre, scimmie e centinaia di uccelli.
Il Botswana è un ambiente complesso che cambia volto a secondo delle stagioni.
Il deserto del Kalahari è al mondo il quarto per estensione, sicuramente una delle distese più selvagge e meno frequentate del pianeta, patria degli ultimi Boscimani.
I boscimani, conosciuti anche come il popolo dei San, vivevano qui già 20mila anni fa. Capaci di vivere in questi ambienti, in totale sintonia con la natura e di adattarsi ad un ambiente difficile oggi rischiano l’estinzione; si stima che ne siano rimasti circa 80mila sopraffatti dal processo di sedentarizzazione che ne ha fiaccato lo spirito di questo popolo nato nomade, raccoglitore e cacciatore.
In questa terrà ciò che più mi ha affascinato è la travolgente rapidità con cui cambia il paesaggio, basta una pioggia e la magia della vita riparte. Bastano poche gocce e tutto si rinnova, in una notte le distese di sale, di un bianco accecante, si trasformano in specchi azzurri che riflettono l’immensità del cielo, la terra si ricopre di erba di un verde lussureggiante, i letti dei fiumi ritornano ad invigorirsi e, come sempre, dove scorre l’acqua la vita ritorna. Milioni di animali selvatici, avvisati da chissà quale misterioso mezzo di comunicazione, fiutano l’odore della rinascita e confluiscono in questa zona.
Quello che ieri era deserto, sole e silenzio oggi è savana, Il silenzio ha lasciato spazio ad una cacofonia di richiami, barriti e canti, prede e predatori iniziano nuovamente quella danza di vita e di morte che ne scandisce le giornate.
Diversi sono i lodge dove si può godere della natura incontaminata e di un servizio impeccabile, dove i principi cardine dell’accoglienza sono: qualità del servizio, livello di professionalità delle guide, ottimo cibo confort elevato e un numero ridotto di ospiti che a mio parere è un plus enorme.
Il Botswana e la sua vera essenza non sarebbe di paritetica bellezza in un resort affollato e il viaggio stesso ne perderebbe delle sue peculiarità essenziali.
In alcuni Resort vi è inoltre la possibilità di incontrare gli ulti San, loro non sono più nomadi, si sono adattati alle comodità della vita moderna per cosi dire ma vivono ancora secondo le loro regole ancestrali. Conducono un’esistenza ben diversa dai gruppi emarginati alle periferie delle città, devastati dall’alcol e dalla perdita dei propri valori.
Qui abitano nelle loro capanne, costruite secondo tradizione, cacciano, eseguono i loro rituali e le loro danze, mantengono viva la loro cultura e la loro struttura sociale, ma al contempo non sono rinchiusi in un museo, schiavi di qualche finanziamento o relegati in riserve che ne stabiliscono non tanto i confini fisici ma quelli di vita.
Qui hanno trovato un loro equilibrio e le loro innate abilità vengono tramandate e utilizzate.
Un popolo, che per necessità, era abilissimo nel leggere il deserto ed i suoi segnali oggi utilizza questa capacità di leggere le tracce e ne fa delle guide abilissime.
Lo spirito solare e la capacità di trascendere le differenze linguistiche (la lingua boscimane è una cacofonia di schiocchi e versi gutturali difficilissima) fanno si che una giornata trascorsa con questi uomini e donne si un’esperienza che si ricorderà per sempre.
Sicuramente un viaggio da mettere nella lista dei posti da vedere prima che qualcosa cambi per sempre.